Blockchain: impatto sulle professioni lavorative del futuro.

Fuggire da un futuro ormai prossimo ed imminente risulterebbe folle ed irresponsabile. Combatterlo, probabilmente, significherebbe auto-distruggerci. Parliamo di blockchain e di professioni del futuro.

di Avv. Manuel Costa

Blockchain e professioni del futuro: da dove cominciare?

Siamo nell’era dell’accesso alle cose e non del possesso delle cose (la ormai cara ed anacronistica proprietà, come intesa fino ad oggi, non esiste più); siamo nell’era del passaggio inevitabile ed irreversibile dal capitalismo materiale a quello immateriale (vi suggerisco vivamente la lettura del libro “Capitalismo immateriale” di Stefano Quintarelli).

Viviamo nell’era delle cose intelligenti e funzionali alla realtà umana quotidiana (l’internet delle cose) e non più in quella del supporto e del controllo umano sulle cose.

Insomma, gli anni ’20 passeranno agli annali come quelli della nuova rivoluzione industriale globale.

blockchain professioni futuro

La “A.I.” (acronimo di Intelligenza Artificiale) che tanto fece scalpore nel lontano 2001 sugli schermi cinematografici del pianeta, grazie ad un cast di straordinaria eccellenza tra cui spiccavano i nomi di Judge Law, Robin Williams e Meryl Streep diretti egregiamente dal Maestro Steven Spielberg, nonché grazie soprattutto ad una trama mozzafiato segnata dall’amore della madre umana verso il figlio robot, non sembra poi così lontana. Anzi.

Fuggire da un futuro ormai prossimo ed imminente risulterebbe folle ed irresponsabile. Combatterlo, probabilmente, significherebbe auto-distruggerci.

Pertanto “Si non potes inimicum tuum vincere, habeas eum amicum” diceva Giulio Cesare (traduco: Se non puoi battere il nemico, alleati a lui).


Blockchain: una nuova rivoluzione industriale.


Ma siamo sicuri che, in fin dei conti, il progresso tecnologico, l’intelligenza artificiale, l’internet delle cose, siano davvero nemici da combattere?

Nel 1455 il tedesco Johannes Gutenberg diede vita a quella che oggi intendiamo e chiamiamo “stampa”, industria tipografica, sconvolgendo e congedando da una parte migliaia di amanuensi sparsi in tutto il mondo ma, dall’altra, abbattendo i costi di riproduzione dei libri, dando vita conseguentemente al mercato editoriale ed alla nascita del diritto d’autore.

La disoccupazione non è un problema sociale recente ma ciclico, come si può facilmente intuire.

Oggi vengono considerate cose ovvie, evidenti, insite nella nostra vita quotidiana. Ma non è sempre stato così.

“Queste infrastrutture giuridiche sono effetto dell’evoluzione tecnologica, e l’evoluzione tecnologica potrebbe ridefinire nuovamente. Molto probabilmente lo farà” (scrive Quintarelli nel sopra menzionato libro).

Io sono pienamente d’accordo con il suo pensiero.


Blockchain e futuro lavorativo: Lease Milano 2019.


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Dunque, considerando come imminente ed immanente la convivenza tra intelligenza umana ed intelligenza artificiale nella nuova industria globale 4.0, quale futuro aspettarci?

Ed inolte, quali vantaggi bisogna ipotizzare per le professioni legali, commerciali, contabili, notarili, sanitarie, ingegneristiche da qui ai prossimi mesi?

Riporto di seguito un paio di dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa durante la seconda edizione di Lease a Milano, il salone del leasing e del noleggio a lungo termine voluto da Assilea (fonte – adnkronos):

I sistemi automatici iniziano a ridurre le mansioni routinarie, non solo snellendo le pratiche di avvocati, commercialisti, notai e consulenti, ma aprendo nuove prospettive

Sottolinea Massimo Miani, Presidente Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.

La digitalizzazione degli adempimenti fiscali ci consente di fare delle profilazioni, offrire nuovi servizi, come ad esempio l’analisi delle possibilità di successo nei contenziosi”;

e ancora: “Attraverso i dati otteniamo indici di comportamento. Se il ricorso alla tecnologia aveva come primo obbiettivo la maggiore efficienza, rispetto alle capacità e i tempi della mente e del lavoro umano, ci stiamo spingendo nell’ambito delle valutazioni predittive”.

Sostiene Claudio Rorato, Direttore dell’Osservatorio professionisti, continuando:

Pensiamo all’Agenzia delle Entrate: la fatturazione elettronica è stata pensata per velocizzare l’accertamento, ma nel tempo, attraverso il machine learning possiamo far sviluppare ad intelligenze artificiali la capacità di sviluppare una valutazione automatica e anche predittiva dell’evasione fiscale”.

Per quanto riguarda le opere dell’ingegno, ad esempio, oramai non è più conveniente registrare un brevetto, sarà la stessa piattaforma blockchain ad attribuire una certificazione relativa alla paternità dell’opera al suo autore.

Lo stesso può applicarsi alle opere d’arte, al mercato immobiliare ed a qualsivoglia situazione giuridica di compravendita.


Benefici della blockchain per avvocati e giuristi.


Per quanto riguarda i benefici che l’applicazione della blockchain porterà al mondo delle professioni in futuro, tra cui quello dell’avvocatura e, più in generale, quello della giustizia, la lista è infinita.

Pensate un po’ a quanti professionisti o consumatori hanno firmato un contratto per effettuare e/o ricevere una prestazione, non venendo pagati per il proprio lavoro o non ricevendo la prestazione promessa e, di conseguenza, perdendo denaro e tempo investito.

Quanti hanno deciso di non provare a recuperare il proprio denaro per via delle tempistiche troppo longeve del sistema giudiziario e dei costi esorbitanti oppure, nonostante tutto, ci hanno provato ma hanno dovuto aspettare diversi anni prima di ottenere giustizia?

Gli smart contract sono la soluzione. E ne parlo qui (clicca).

In conclusione, non si può di certo non fare menzione alla rivoluzione in ambito notarile apportata dal sistema-piattaforma blockchain, sempre più utilizzato e sempre più indispensabile alla continua ricerca e conseguimento del perfetto equilibrio tra efficienza, qualità ed economicità (in termini di tempo e risorse) della professione.

Abbiamo da sempre attenzione allo sviluppo tecnologico, da otto anni facciamo atti pubblici senza carta”, dice Enrico Maria Sironi, del Consiglio nazionale dei Notai.

Manuel Costa


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