Libra: la nuova moneta di Facebook. La rivoluzione del sistema bancario è alle porte.

Facebook lancia Libra in collaborazione con Visa, Paypal, Mastercard e Uber. Dal 2020 il sistema bancario globale subirà una profonda trasformazione.

di Redazione Compliance Legale

Il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, annuncia “Libra”.

Essa consiste in un nuovo metodo di pagamento che renderà possibile lo scambio di denaro all’interno delle applicazioni “made in Facebook” (tra cui anche Instagram, Messenger, WhatsApp).

Il progetto prenderà vita e sarà pertanto operativo a partire dal 2020, soprattutto grazie all’accordo con i due top player mondiali quali Visa (Mastercard) e PayPal.

libra facebook

Oltre ad esse, comunque, all’interno del “consorzio” digitale di Facebook, faranno parte altre società le quali renderanno disponibili una somma pari a 10 milioni di dollari (a testa) per la costituzione di un fondo in grado di dar vita a questa nuova criptovaluta.

Criptovaluta che, a differenza di quelle sino ad oggi conosciute, sarà agganciata a più valute internazionali, andando ad identificare quella che, nel gergo tecnico, viene identificata come “stable coin” (moneta stabile).

Ciò sostanzialmente al fine di evitare grandi oscillazioni di valore ed una speculazione eccessiva (come avvenuto con il BitCoin).

Al momento, le sicure partecipanti, sono le seguenti compagnie:

1) Ebay

2) Iliad

3) MasterCard

4) Uber

5) PayU

6) Coinbase

7) PayPal

8) Facebook

9) Mercadopago

10) Bison Trails

11) Farfetch

12) Kiva

13) Booking Holdings

14) Mercy Corps

15) Vodafone

16) Ribbit Capital

17) Visa

18) Spotify

19) Xapo

20) Anchorage

21) Lyft

22) Stripe

23) Women’s World Banking

24) Creatives Destruction Lab

25) Andressen Horowitz

26) Union Square Ventures

27) Breakthrough initiatives

28) Thrive Capital.

Secondo Tobias Adrian (capo della divisione mercati del Fondo monetario internazionale), Libra sarebbe una “eMoney”: un gettone virtuale totalmente (o per gran parte) assicurato da depositi in monete tradizionali.

Quindi una versione digitale di qualcosa che esiste fisicamente. 

Sarà fondamentale, dunque, garantire una stabilità intesa come disponibilità di valuta nel fondo consortile custodito dall’ente terzo.

Lo stesso meccanismo, per intenderci, delle banche centrali.

La cifra dovrà essere decisamente importante, in modo da assicurare la liquidazione da parte degli utenti che, anziché spendere le loro Libra su Facebook, decideranno di convertirle in dollari o in euro. 


libra facebook

Molti elementi relativi al funzionamento della criptovaluta rimangono ancora ignoti.

Quello che è certo, al momento, è che Libra non sarà controllata né da Facebook, né dai partecipanti al progetto.

Il suo funzionamento sarà basato sulla distribuzione decentralizzata:

le singole transazioni, infatti, sarannò verificate dai dispositivi di più utenti che partecipano al sistema.

In altri termini, essa girerà su Blockchain (clicca qui per scoprire come i contratti giuridici tra qualche anno saranno “smart” e digitali, anch’essi basati su blockchain).

Infatti, la blockchain su cui opera il bitcoin è del tutto decentralizzata, con la conseguenza che chiunque può partecipare diventando un nodo della “catena dei blocchi”.

Pertanto, se fino ad oggi vi è stato un certo scetticismo circa la trasposizione delle criptovalute nel panorama mainstream della finanza e della borsa internazionale (dovuto soprattutto al largo uso speculativo di cui fino ad oggi se ne è fatto, a discapito della grandiosa e rivoluzionaria innovazione tecnologica ad esse sotteso), l’annuncio da parte di Facebook del lancio della propria moneta virtuale sul mercato, ne proclamerà definitivamente la consacrazione scardinando, forse, per la prima volta dopo numerosi secoli, il sistema bancario tradizionale.

Facebook, infatti, conscia dell’immensa banca dati derivante dalla profilazione di oltre 2 miliardi di iscritti alla piattaforma, potrebbe diventare la prima banca mondiale per numero di utenti e per numero di transazioni.

Per questo motivo sono in corso trattative con alcuni dei più grandi gestori di servizi online che prevedono, appunto, l’utilizzo di sistemi di pagamento.

Uno fra tutti Booking.com (il più grande portale dedicato alla prenotazione di servizi e di strutture alberghiere) il quale avrebbe già dato l’ok all’entrata nel gruppo.

Poco si sa ancora circa l’adesione al consorzio in questione da parte di Amazon.

Attualmente, sembrerebbe puntare a veicolare i pagamenti attraverso la piattaforma “in house” chiamata Amazon Pay.

Tra l’altro, bisogna riconoscere un’impennata negli ultimi mesi delle transazioni avvenute direttamente tramite applicazioni di messaggistica istantanea come, ad esempio, in Cina.

L’app “WeChat”, oltre alla funzione di chat e messaggistica (per l’appunto), viene utilizzata per scambiare denaro, acquistare prodotti e pagare innumerevoli e svariati servizi. 


Facebook potrà diventare realmente la banca più grande dell’intero pianeta grazie a Libra?


libra facebook

Dalla sua parte vi sono i numeri.

Esso potrà contare su una base molto estesa di utenti già utilizzatori e fruitori dei suoi servizi (circa 2,4 miliardi di persone sparse in tutto il mondo).

Tutto ciò garantirebbe senza ombra di dubbio una rapida diffusione di Libra.

Infatti, una quantità così vasta di utenti, costituisce indubbiamente un’opportunità irrinunciabile per gran parte degli attuali gestori dei sistemi di pagamento internazionali che saliranno immediatamente “sul carro” del vincitore.

Essi, infatti, temevano da tempo che una nuova tecnologia (come quella lanciata da Facebook) avesse potuto rendere via via sempre più marginale il loro ruolo e, conseguentemente, ridurre i ricavi ottenuti in virtù delle commissioni sulle transazioni.

La convenienza, pertanto, è quella di allearsi “al nemico” (Facebook in questo caso).


Questi i punti salienti del Whitepaper:

– E’ confermato che alla base ci sia una blockchain, Libra Blockchain;

– L’algoritmo del consenso è il Bizantine Fault Tolerance (quello che usa anche NEO per intenderci);

– Lo scopo sarà avere una rete permissionless (quindi una blockchain pubblica) anche se in una prima fase ci saranno solo 100 nodi;

– Supporterà la creazione di Smart Contracts con un nuovo linguaggio, “Move”;

– La criptovaluta sarà una stablecoin (il valore rimarrà quindi stabile) supportata da una riserva reale di contro-valore;

– La blockchain usa indirizzi pseudonimi (simili a quelli di Bitcoin per semplificare) non direttamente collegati all’identità reale delle persone;

– Il progetto è open-source e la testnet è già attiva;

– La mainnet arriverà ad inizio 2020;

– Moltissimi i partner coinvolti;

Staremo a vedere cosa ci riserveranno gli ulteriori sviluppi.


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